MOSTRA MERCATO DI BIENNO : XXXIII EDIZIONE

MOSTRA MERCATO DI BIENNO : XXXIII EDIZIONE

LA MOSTRA DELLE ARTI & DEI MESTIERI IN VALLE CAMONICA

MOSTRA MERCATO DI BIENNO : XXXIII EDIZIONE

LA MOSTRA DELLE ARTI & DEI MESTIERI IN VALLE CAMONICA

MOSTRA MERCATO DI BIENNO : XXXIII EDIZIONE

MOSTRA MERCATO DI BIENNO : XXXIII EDIZIONE

LA MOSTRA DELLE ARTI & DEI MESTIERI IN VALLE CAMONICA

MOSTRA MERCATO DI BIENNO : XXXIII EDIZIONE

LA MOSTRA DELLE ARTI & DEI MESTIERI IN VALLE CAMONICA

Storia del Borgo di Bienno

Un viaggio lungo secoli tra incisioni preistoriche, romanità alpina, confraternite medievali, ruote idrauliche e magli, tragedie e rinascite, arte sacra di grande respiro e una forte identità comunitaria.

Bienno Borgo Artisti 2.0

Arti & Mestieri in Valle Camonica
Bienno è un paese medioevale della provincia di Brescia, situato nella media Valle Camonica, patria degli Antichi Camuni, e confinante con il “Parco Nazionale dell’Adamello”.
Fa parte del Club I Borghi più Belli d’Italia e nel 2010 ha ricevuto il prestigioso riconoscimento “Bandiera Arancione” rilasciato dal Touring Club Italiano; questo riconoscimento è il marchio di qualità turistico ambientale destinato alle piccole località dell’entroterra che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità.

Nonostante la piccola dimensione (attualmente conta circa 3.900 abitanti), Bienno vanta un passato ricchissimo di storia, che traspira dai vicoli, dalle mura e dai portali degli edifici perfettamente conservati.
Gli importanti cicli pittorici di recente restaurati presso la Chiesa di Santa Maria, la Parrocchia dei S.S. Faustino e Giovita ed il Santuario di Cristo Re, la pace e la tranquillità che si respira presso le chiese campestri e l’Eremo dei S.S. Pietro e Paolo, sono segno tangibile di questo importante ruolo ricoperto nei secoli.

A Bienno è presente anche “L’Ecomuseo del Vaso Ré e della Valle dei Magli” in cui è possibile ammirare l’operosità degli abitanti: non solo uno spazio museale, ma anche uno luogo vivo in cui gli artigiani locali progettano, elaborano e forgiano le loro opere, dove essi stessi tengono lezioni di forgiatura al maglio, mettendo in scena il loro teatro di vita, dove incontrano gli studenti.
Un luogo che grazie all’archivio, alla videoteca, fototeca e biblioteca allestite all’interno, diventa ogni giorno momento di studio e approfondimento della loro opera e del contesto in cui è nata e sviluppata.

Origini antiche e romanità alpina.

Il territorio di Bienno si colloca nel cuore della Valle Camonica, una delle aree più ricche al mondo di incisioni rupestri. 

L’insieme dei parchi archeologici camuni costituisce il sito UNESCO Rock Drawings in Valcamonica (bene n. 94, iscritto nel 1979), con oltre 140.000 figure censite su un arco di più di ottomila anni.

 Questo sfondo culturale – di cui Bienno condivide il paesaggio e la memoria – racconta una presenza umana stabile ben prima dell’età storica.


Nel quadro della romanizzazione della valle (I sec. a.C.–I sec. d.C.), la vicina Cividate divenne la Civitas Camunnorum, nodo urbano e amministrativo con teatro e anfiteatro. Strade e percorsi d’altura collegarono i centri della valle, favorendo scambi e insediamenti sparsi anche nell’area dell’odierno Bienno.

Medioevo civile e religioso.

Fra tardo antico e pieno medioevo, le comunità della Val Grigna consolidano villaggi, chiese e consuetudini comunitarie. A Bienno la tradizione vuole un ruolo di primo piano dei monaci benedettini, attivi nel territorio camuno: a loro si attribuisce l’avvio o il riordino del Vàso Rè, il canale artificiale che convoglia l’acqua del torrente Grigna e che, scorrendo nell’abitato, alimenta ruote idrauliche per mulini, segherie e soprattutto fucine. Il tracciato del canale – ancora percepibile – è l’infrastruttura che segnerà la vocazione del borgo.

sec. XI–XIII

sec. XI–XIII

Probabile sistemazione medievale del Vàso Rè e prime attestazioni di attività idrauliche a servizio di mulini e officine.

1348

1348

La Peste Nera colpisce anche Bienno e la Val Camonica; seguono anni di tensioni tra fazioni locali (guelfi/ghibellini) e riorganizzazioni comunitarie.

sec. XIV–XVI

sec. XIV–XVI

Cresce l’economia del ferro: si consolidano botteghe e confraternite; si edificano e decorano chiese e oratori (fra le quali Santa Maria Annunciata).

Età moderna: tra arte, fede e disastri.

Il XVI secolo per Bienno è un'epoca di grande fermento, in cui si gettano le basi della prosperità dei secoli futuri. È un periodo caratterizzato da una forte continuità con la tradizione siderurgica medievale, ma anche da importantissime novità artistiche e religiose.
Consolidamento Economico sotto Venezia
All'inizio del secolo, i territori della Serenissima vivono un periodo di instabilità a causa delle guerre (come la Guerra della Lega di Cambrai). Questo si traduce in una forte domanda di ferro e armi, che spinge al massimo l'attività dei magli biennesi. Superate le turbolenze, il resto del secolo vede consolidarsi il potere economico delle famiglie locali che controllano la filiera del ferro, accumulando i capitali che nel Seicento verranno investiti nella costruzione dei grandi palazzi barocchi.

L'Eco del Rinascimento Bresciano: Romanino e Moretto
Artisticamente, il '500 è il secolo più importante per Bienno. Pur non essendoci prove dirette della loro presenza in paese, l'influenza dei due massimi maestri del Rinascimento bresciano, Gerolamo Romanino e Alessandro Bonvicino detto "il Moretto", è fortissima e visibile.

Chiesa di Santa Maria Annunciata
È il gioiello artistico del Cinquecento biennese. Al suo interno si trova un grandioso ciclo di affreschi di questo periodo, che narra le storie della Vergine Maria. Sebbene l'autore sia incerto, lo stile (l'uso del colore, la composizione delle scene, l'espressività dei volti) è chiaramente debitore della lezione di Romanino. Questi affreschi rappresentano uno degli esempi più importanti di pittura rinascimentale in tutta la Val Camonica.

La Controriforma e la sua Influenza
La seconda metà del secolo è dominata dal Concilio di Trento (1545-1563) e dall'avvio della Controriforma cattolica. L'arte diventa un potente strumento per riaffermare i dogmi della fede. I cicli di affreschi come quello di Santa Maria non avevano solo una funzione decorativa, ma soprattutto didattica ed educativa per una popolazione in gran parte analfabeta.

Architettura e Vita Sociale
Le dimore storiche di origine medievale, come Casa Panteghini o Casa Avanzi, continuano ad essere il centro della vita delle famiglie più influenti. In questo secolo vengono probabilmente abbellite e modificate secondo il gusto rinascimentale, anche se le grandi trasformazioni architettoniche avverranno nel secolo successivo. È il periodo in cui si definisce la struttura sociale che vedrà per i successivi 200 anni una borghesia di "mastri" (maestri artigiani del ferro) guidare la comunità.
Il Seicento: l'Oro Nero e lo Splendore Barocco
Il Cinquecento aveva gettato le basi; il Seicento ne raccolse i frutti, trasformando Bienno nel suo periodo di massimo splendore economico e artistico. La ricchezza accumulata con la produzione siderurgica, ormai all'apice, si riversò nell'aspetto stesso del borgo. Le grandi famiglie borghesi, come i Simoni e i Francesconi, divennero potenti committenti e manifestarono il loro prestigio edificando i loro sontuosi palazzi.

È in questo secolo che il volto di Bienno cambia: i cortili si aprono in eleganti loggiati, le facciate si impreziosiscono e gli interni si arricchiscono di decorazioni. Lo stile che domina è il Barocco, opulento e scenografico, che trova la sua massima espressione nella Chiesa Parrocchiale dei Santi Faustino e Giovita, ampiamente ristrutturata per riflettere la prosperità e la devozione della comunità.

La vita del borgo era un contrasto vibrante: da un lato il ritmo assordante e incessante dei magli mossi dalla forza del torrente Grigna, cuore pulsante di un'economia che esportava attrezzi e manufatti in tutta la Repubblica di Venezia; dall'altro, la ricerca della bellezza e della fede, finanziata proprio da quel "nero oro" forgiato nelle fucine. 
Una prosperità drammaticamente interrotta solo dalla terribile peste del 1630, che decimò la popolazione ma dalla quale la tenace comunità biennese seppe ripartire.
Il Settecento: l'Ultima Stagione Veneta e la Fine di un'Era
Il XVIII secolo si apre sulla scia della prosperità del Seicento. L'attività del ferro, seppur insidiata da nuove tecnologie e centri produttivi, continua a sostenere l'economia del paese. L'arte e l'architettura proseguono il percorso tracciato, portando a compimento i cantieri barocchi e arricchendo ulteriormente il patrimonio artistico e civile del borgo.

È una stagione di consolidata ricchezza, l'ultimo atto di un lungo periodo di stabilità. Ma l'equilibrio secolare si sta per spezzare. Sul finire del secolo, venti di cambiamento epocale soffiano sull'Europa. Il colpo di grazia arriva nel 1797 con il Trattato di Campoformio: Napoleone Bonaparte pone fine alla millenaria storia della Repubblica di Venezia.

Per Bienno, come per tutta la valle, la caduta della Serenissima non è solo un cambio di governo. È la fine di un'epoca, la chiusura di un orizzonte politico ed economico durato quasi quattrocento anni. 
Si conclude così quel lungo e prospero capitolo della storia di Bienno, lasciando in eredità un patrimonio di arte, architettura e saperi che ancora oggi ne definisce l'identità unica.

Età contemporanea: dall'Ottocento ad oggi.

L'Ottocento: tra Crisi, Industrie e Nuove Nazioni
L'arrivo di Napoleone sconvolge gli equilibri secolari. Bienno passa attraverso i turbolenti anni delle repubbliche napoleoniche per entrare poi, con tutta la Lombardia, sotto il dominio dell'Impero Austriaco
Per le fucine biennesi è l'inizio di una lenta ma inesorabile crisi. La concorrenza dei nuovi metodi di produzione industriale e del carbone a basso costo proveniente da altre aree d'Europa mette in ginocchio l'antica arte del ferro. 
I magli, un tempo cuore pulsante del borgo, iniziano a fermarsi uno dopo l'altro.
Nonostante le difficoltà economiche, lo spirito del tempo non lascia indifferente la valle. Anche a Bienno si respirano gli ideali del Risorgimento, che culmineranno con l'annessione al Regno d'Italia nel 1859
Il secolo si chiude in un'atmosfera di profonda trasformazione: l'epopea del ferro artigianale volge al termine, ma quelle stesse competenze tecniche e quella cultura del lavoro gettano i semi per la futura vocazione meccanica e industriale della Val Camonica.
Il Novecento: le Guerre, l'Abbandono e la Riscoperta
Il XX secolo porta con sé le immani tragedie delle due Guerre Mondiali, che non risparmiano la comunità biennese, chiamando i suoi uomini al fronte e imponendo sacrifici. Il secondo dopoguerra segna un altro punto di svolta.
 L'industrializzazione della valle porta a un progressivo spopolamento del centro storico: le antiche case e i palazzi vengono abbandonati per nuove e più comode abitazioni, e il cuore del borgo rischia di perdere la sua anima. 
Le ultime fucine si spengono, sopraffatte dalla modernità.
Tuttavia, è proprio da questo momento di apparente declino che nasce la consapevolezza del valore inestimabile del patrimonio ereditato. A partire dagli anni '80, un rinnovato orgoglio locale e una visione lungimirante danno il via a un'inversione di tendenza. Si inizia a restaurare, a recuperare e a credere che la storia, l'arte e l'artigianato possano essere il motore di una nuova rinascita.
Dal Secondo Dopoguerra a Oggi: la Nuova Vita del Borgo
Questa nuova coscienza culmina nella nascita della Mostra Mercato, l'evento che più di ogni altro ha saputo reinterpretare l'identità di Bienno. Le antiche botteghe riaprono, non più per produrre vanghe e padelle, ma per accogliere l'eccellenza dell'artigianato artistico da tutta Italia. I vicoli tornano a popolarsi, non solo di residenti, ma di visitatori incantati da un'atmosfera unica.
Oggi Bienno è uno dei "Borghi più belli d'Italia", un luogo dove il passato non è una reliquia da museo, ma una fonte continua di ispirazione. 
La lavorazione dei metalli sopravvive nelle opere degli artisti, l'acqua del Vaso Re continua a scorrere, e l'antico ritmo dei magli rivive ogni anno, trasformando il borgo in un palcoscenico a cielo aperto. 

La sua storia, da centro siderurgico della Serenissima a capitale dell'artigianato artistico, è la testimonianza di una comunità che ha saputo reinventarsi, senza mai dimenticare le proprie radici.

 Arte sacra a Bienno: 
il ciclo del Romanino.

Girolamo Romanino (ca. 1485 – ca. 1560)
Girolamo Romanino è stato uno dei più originali e potenti pittori del Rinascimento bresciano. La sua arte si distingue per una straordinaria fusione tra il colore ricco e luminoso della pittura veneta (sull'esempio di Tiziano) e il realismo crudo e vigoroso tipico della tradizione lombarda.

A differenza di altri maestri del suo tempo, Romanino era un narratore irrequieto e anticonformista: le sue scene sacre sono popolate da figure energiche e profondamente umane, spesso con i volti e le emozioni della gente comune. Questa scelta conferisce alle sue opere una carica espressiva e un pathos unici. Il suo capolavoro indiscusso è il ciclo di affreschi della Chiesa di Santa Maria della Neve a Pisogne, un'opera di un'intensità drammatica e di una forza narrativa che ancora oggi lasciano senza fiato.
Nel presbiterio della Chiesa di Santa Maria Annunciata (nel cuore del Borgo di Bienno) Girolamo Romanino realizza intorno al 1540 uno dei suoi cicli più noti in Valle Camonica, dedicato alle Storie della Vergine. Si riconoscono con chiarezza lo Sposalizio della Vergine (parete destra) e la Presentazione di Maria al Tempio (parete sinistra); frammenti sull’asse dell’antico altare alludono ad altri episodi apocrifi. Il presbiterio è separato dalla navata da un arco decorato con le Sibille, generalmente attribuite a Giovanni Pietro da Cemmo (fine Quattrocento).

Acqua & Ferro: il Vàso Rè e l’Antico Borgo dei Magli.

Il profilo urbano di Bienno è modellato dall’acqua: il corso del Vàso Rè attraversa il nucleo storico e alimenta ruote idrauliche che per secoli hanno mosso magli e mantici. In età moderna la Val Camonica contava decine di fucine: fonti seicentesche ricordano oltre 100 officine distribuite nella valle (1562), con Bienno tra i centri più attivi per la produzione di utensili e ferri d’uso.

Nel XX secolo, con il declino dell’artigianato tradizionale, una parte del patrimonio è stata salvata e resa funzionante a scopo didattico: 
la Fucina-Museo e il Mulino-Museo costituiscono il nucleo del Museo Etnografico del Ferro, delle Arti e Tradizioni Popolari (fondato nel 1988), dove è ancora possibile vedere il ciclo del ferro e la molitura azionati dall’acqua.
Ti aspettiamo a BIENNO
* I link con asterisco portano al sito di Bienno Turismo e al sito del Comune di Bienno.